CONOSCIAMOLO MEGLIO:

GIOVANNI MIGLIORUCCI


Chi di voi ha pensato che questo blog non fosse più attivo si sbagliava! 
Il fatto è che sono stata assorbita da altri tipi di scrittura: mea culpa! 

Ma eccomi di nuovo e... con una chicca. 
Ritorna la rubrica "Conosciamoli meglio", inaugurata con la pittrice Silvia Serafini. 

Curiosamente anche l'artista che sto per presentarvi ha a che vedere con Pinocchio. Scopriamo perché.


Giovanni Migliorucci è un pittore. Ed è un amico

E quando si parla di un amico si ha sempre paura di essere di parte, ma sono certa che vi piacerà. Nel suo lavoro c'è un continuo studio, un continuo misurarsi con la materia. Vediamo se riesco ad incuriosirvi, parlandovene un po'.

All'inizio furono Tamara de Lempicka, Gustav Klimt e Egon Schiele. Poi arrivarono Castellani, Uncini, Burri, Fontana, Scheggi… Il percorso artistico di Giovanni Migliorucci passa per questi artisti, lasciando in lui una voglia di ricerca materica che ben si nota nelle sue opere.

Movimento, luce, divertimento
Fuoriuscente

Sono queste le  caratteristiche principali dei suoi quadri, che non sono mai statici, anzi, sembrano uscire dalla cornice e affacciarsi verso lo spettatore, quasi ad invitarlo a seguire variazioni e tracce dentro l'opera stessa.   

Alcuni sono ipnotici, forse per via delle linee che catturano lo sguardo e lo imprigionano,  forse anche per la scelta dei colori.  Ma parlare dell'accostamento dei colori nei quadri di Giovanni sarebbe banale, se non addirittura riduttivo, perché anzi, a volte proprio nelle sue opere monocromatiche, troviamo la vera essenza della sua arte.

La sua ricerca lo porta spesso ad utilizzare una pittura tridimensionale, che si solleva dalla superficie pianeggiante della tela e diventa grumo di colore, si insinua in trame di stoffa, si confonde con legno e chiodi, si intreccia con cuciture di fili e spago





L'anima del quadro sembra prendere vita già dalla sua preparazione,  in cui strappi di carta forniscono la base su cui Giovanni rovescia la sua "musica pittorica", mettendo in pratica una lezione ben nota del maestro Giuseppe Chiari.  

Giovanni mi parla delle sue domeniche al museo con la mamma, dei suoi ricordi che passano attraverso gli odori della mesticheria, dei suoi primi approcci con la manualità artistica… è un 'infanzia sensoriale, quella di Giovanni, in cui l'arte è introiettata quasi per osmosi.  

Dopo aver visto la mostra "Arcipelaghi" mi ero fatta un'idea precisa del modo di dipingere di Giovanni, ma lui ha saputo sorprendermi, con la mostra "Pinocchio",  in cui le tele sono ispirate al famoso sceneggiato di Comencini, ricordo d'infanzia di molti di noi.
Qui entriamo nel figurativo, ma ovviamente è un figurativo a modo suo. 
L'opera ha una sua anima, con riferimenti precisi e una lettura personale dell'artista. 

Basti pensare che il racconto si dipana su dodici tavole di legno, su cui Giovanni ha incollato dei  fogli di giornale de "La Nazione", il quotidiano fiorentino in cui lavorò Carlo Lorenzini, non ancora Collodi
Se ci si sofferma sui particolari si possono riconoscere le citazioni di un secolo in trasformazione e colpisce, abbracciando con lo sguardo tutte le immagini,  una serie di orologi che compaiono a scandire un tempo reale e metafisico.





Per Giovanni l'arte è dunque testimonianza di vita, di idee, di emozioni

Per lui, l'arte deve circolare, deve essere lasciata a chi verrà dopo di noi, deve essere generosa. Per questo Giovanni partecipa volentieri a mostre o aste di beneficenza, perché l'arte non rimanga chiusa, ma sia di tutti e per tutti. 

Giovanni come ti definiresti?
Irascibile, generoso, leale, goloso, positivo. (Concordo! n.d.a.)

Cosa ti piacerebbe fare nei prossimi anni?
 Esporre in Gallerie per il grande pubblico, ma non mi interessa arricchirmi vendendo quadri, vorrei che le mie opere fossero una testimonianza per chi verrà dopo di noi.

Che vi avevo detto?


Si , Giovanni è un amico  ma è un pittore da scoprire e forse, perché no, potrebbe, dopo quest'esperienza con Pinocchio, approcciarsi anche all'arte dell'illustrazione. 
Voi che ne dite?

A presto Giovanni, aspettiamo la tua prossima mostra.